♪ ♫ ♬Roots Magic♪ ♫ ♬
Roots Magic è stato votato tra i dieci migliori gruppi italiani nel referendum Top Jazz 2015 e 2016 del mensile MusicaJazz.
La musica di Roots Magic attinge agli estremi della tradizione musicale afro-americana.Dal Blues ancestrale di Blind Willie Johnson e Charlie Patton al Free di John Carter e Marion Brown. Dall’afro-futurismo di Sun Ra fino al Jazz creativo di Julius Hemphill e Henry Threadgill.
Line Up:
◆Alberto Popolla clarinetti
◆Errico De Fabritiis sassofoni
◆Gianfranco Tedeschi contrabbasso
◆Fabrizio Spera batteria
◆INGRESSO: 7,00 euro
◆ SERVIZIO CUCINA
◆AMPIO PARCHEGGIO
◆APERTURA PORTE 20.30
Discografia:
Hoodoo Blues & Roots Magic – Clean Feed (2015)
Last Kind Words – Clean Feed (Luglio 2017)
Promo Video:
https://www.youtube.com/
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Riconoscimenti:
L’album Hoodoo Blues & Roots Magic è stato votato:
Tra i dieci migliori dischi italiani Top Jazz 2015 (MusicaJazz)
Best Debut Album The Big City Best Jazz Albums 2015
Honorable Mention, Best New Releases 2015 New York Jazz Record
Best Records 2015 (Charles Taylor – Reckles Records – Chicago)
Os melhores discos de Jazz de 2015 (Observador)
Dalla Stampa:
Un album di grande esito, che riesce a fondere blues e free, attualizzandoli e mantenendo appieno la ritualità dei due ambiti espressivi, in modo affatto naturale e privo di astrazione autoreferenziale, portando anzi costantemente la musica, sempre viva e pulsante verso l’ascoltatore. In un flusso compatto, dominato dalla tradizione vecchia e nuova. fortemente consigliato.
Sandro Cerini – MusicaJazz
Suoni pastosi, ritmo trascinante, astrazioni fulminanti. Quello che sa fare il popolo del Blues
Gennaro Fucile – MusicaJazz
Hoodoo blues & Roots Magic è un disco che trova il blues nella musica di Julius Hemphill, John Carter e Sun Ra, Cogliendone la dimensione del racconto, del rito e della danza, rintracciando in un repertorio jazzistico la voce più tipica del blues, che si nutre di ambivalenze e ambiguità, in bilico tra lacerazione, saggezza e ironia. Antonia Tessitore – Internazionale
Roots Magic, la forza antica delle radici. Il quartetto impone nella sua vivida e scabra forza espressiva un repertorio spesso rimosso integRato dall’originale e dolente Blues for Amiri B e l’espolsiva The Joint is Jumping. Non sara facile liberarsi del Blues nel XXI secolo Luigi Onori – Il Manifesto
Clarinetto e sassofono sono intense voci narranti, capaci di avvolgere con un suono scuro e ancestrale così come di liberare furiosa energia, raccontare storie di speranza e di rivolta o cullare nell’indolenza di dolci nenie. Mentre contrabbasso e batteria assicurano una pulsazione vitale senza pause, granitica nel fornire certezze ritmiche, elastica nell’assecondare e sollecitare opportuni cambi di registro.
È musica che ricorda lo scorrere del Mississippi, fiume culla del blues, a tratti irruente e nervosa a tratti placida e maestosa, capace di improvvisi moti di ribellione come di ipnotiche e ammalianti melodie, sempre comunque terreno fertile per le continue invenzioni presenti in Hoodoo Blues. Vincenzo Roggero AllAboutJazz Italia
Un immaginaria sceneggiatura ambientata tra la ventosa Chicago e l’umida New Orleans. E’ l’esperanto aspro e pulsante dei Roots Magic, fautori non conformistici di un’avanzata ipotesi di Blues e delle sue folte ramificazioni, Il gruppo nostrano dimostra che non bisogna essere per forza di Baton Rouge, Chicago o Fort Worth per rigenerare la Musica del Diavolo più terragna e per declinarla in aggiornati sincretismi Enzo Pavoni – Audioreview
Battono, soffiano, accarezzano e colpiscono i ROOTS MAGIC, incuranti dei confini portano nuova linfa a vecchi brani che, attraversando la storia afroamericana, sondano in un nuovo territorio finalmente globale. Roberto Arcuri – Jazz from Italy
Magici e fiduciosi nella magia della musica (come solo chi non è “culturalmente” nato con quella musica può esserlo) i cinque colpiscono nel segno. Enrico Bettinello – Blow Up
Si ascolta tutta la musica nera americana, quella che dalle origini del blues giunge alle avanguardie degli ultimi decenni passando per il free degli anni Sessanta, in questo bellissimo disco edito dall’etichetta portoghese CleanFeed. Vi si ritrovano echi del delta del Mississippi insieme alle sonorità che furono di Ornette Coleman e di Eric Dolphy, eppure parliamo di una band tutta italiana in cui ad una ritmica cadenzata di stampo africano si contrappongono le sortite solistiche di rara espressività da parte dei fiati. Francesco Varriale – Altrisuoni
Certo più avanti, per identità, tratti distintivi e mordente, appare Hoodoo Blues (Clean Feed) del quartetto Roots Magic. Intanto il materiale tematico è di prim’ordine (Julius Hemphill, John Carter e Sun Ra fra gli altri), poi il trattamento, come si diceva in possesso di una sua unitarietà stilistica, è inventivo, vivace, qua e là con qualche lieve eccesso di misura ma con efficaci geometrie interne, di regola piuttosto fitte. Alberto Bazurro – L’isola della musica italiana
LIVE
Le Mura (Roma)
Pensa alle linee melodiche possibili del blues, all’idea del blues, alla potenza circolare del blues. Cerca e trova tutto questo in spunti e strutture elaborati in passato da jazzmen di punta, Julius Hemphill, John Carter, Sun Ra. Aggiungi nuovi temi e nuovi nuclei sonori, originali, sempre sulla base del blues, usciti dai pentagrammi e dalle esperienze di jazzmen di punta che vivono oggi in Italia e praticano il dissenso musicale. Reinventa i materiali passati e quelli nuovi col criterio della free music molto strutturata e preparata. È quanto fanno quattro musicisti di gran classe. Mario Gamba – Il Manifesto
Along Came Jazz (Roma)
Il concerto di più forte impatto, ad onta delle presenza di pubblico meno folta, è parso quello dei Roots Magic, gruppo di chiara vocazione internazionale. Il quartetto romano – autore di una esibizione infuocata – ha rispettato appieno le proprie caratteristiche espressive, confermando la capacità non comune di portare verso il pubblico una musica niente affatto compiaciuta di sé, gravida di umori e foriera d’una capacità comunicativa per più versi esplosiva. L’originale miscela di blues delle origini e di free ribadisce che è nella tensione permanente tra la forma e la sua dissoluzione la ragion d’essere di questa musica. MusicaJazz.it
Press Quotes
Highlights include a remake of Johnson’s “Dark Was the Night,” featuring Tedeschi and DeFabritiis immersed in a miasma of ghost-like clatters, clangs and moans from percussionist Fabrizio Spera and clarinetist Alberto Popolla; the Hispano-funk jubilance of Cohran’s “Unity,” on which Popolla’s burr-tone declamations evoke Saturday night and Sunday morning with equal fervor; and the juxtaposition between edge-of-chaos jubilance and dark-hued introspection on Tedeschi’s “The Joint Is Jumping.” Echoes of artists like Archie Shepp, Albert Ayler, Eric Dolphy, Jimmy Garrison, Henry Grimes and others resonate throughout, but they’re effectively reimagined and recontextualized. David Whiteis – Jazztimes
a convergence between the soil of old-school blues and the space of forward-thinking jazz improvisation. Music that displays qualities of structure and wild abandon, sometimes simultaneously, sometimes alternating with one joyous wave after the other. Bird is the Worm
The basic quartet plays with commitment, energy and invention, with a consistent blues feel that’s no museum piece or ideological statement. Just good tunes. Dusted Magazine
Dark was the Night becomes a primitive riverside aubade with didjeridoo-like clarinet shrieks, tumbling toms and yearning alto sax prayer… the Joint is Jumping is boiling Free Jazz with sharp horn charts embedded in savagely ricocheting drums The Wire
Excellente nouvelle formation en provenance d’Italie. Un jazz enraciné dans la tradition blues, mais punché et joyeux. Camuz Musique Montreal
on Blind Willie Johnson’s “Dark Was The Night” Tedeschi hands the melodic line off to DeFabritiis before bringing out the bow, and the song swells above the sea storm of Spera’s cymbals and mallets. Here the group not only captures the haunting mood of the 1927 original but uses it as a point of departure for what develops into such a personal, organic, and emotional musical experience
Eric McDowell – FreeJazz Blog
Blues do Delta do Mississipi, free dos anos 60 e afro-funk remisturados, com convicção, humor e energia, por um quarteto italiano. Não é preciso ter nascido em New Orleans para ter os blues a palpitar nas veias. Observador
Hoodoo Blues restores my zeal for life on Earth. There stands the glass – Kansas City’s Original Music Blog